Scacchi Viventi: parte il conto alla rovescia per il viaggio nel passato

Di Francesca Scoti

Eboli si prepara a farsi affascinare ancora una volta dai fili di una “macchina del tempo” sui generis che trasporterà il pubblico in un tripudio di arte e storia che ha per meta il Medioevo, alla corte di Roberto d’Altavilla, detto il Guiscardo e conosciuto dagli antichi come il “Terror Mundi”.

Non sarà la DeLorean usata da Doc Brown e Marty McFly a far catapultare i curiosi in una suntuosa Evoli, ma il gioco degli scacchi nella sua declinazione più teatrale, ovvero, “Gli Scacchi Viventi”.

A partire dal 1° Giugno, per tre giorni consecutivi, attori e figuranti in abiti d’epoca, animeranno un percorso che andrà da Salita Colonna a Porta Dogana, avvicendandosi in una sfida recitata a suon di ” scacco matto”.

Lucio Rizzo e Bruno Di Donato, sono due ebolitani caparbi che lavorano dietro le quinte di questo evento: Scacchi viventi, giunto alla quinta edizione.

Quella degli “Scacchi viventi” è una vera e propria trasposizione del gioco degli scacchi. In più, in questa versione pensata dai due ebolitani, gli attori che personificano gli scacchi raccontano una vera e propria battaglia avvenuta sul territorio ebolitano o limitrofo, muovendosi sulla scacchiera al tempo degli Alfieri, dei Fanti e dei Re.

La trama

In questa quinta edizione si racconterà un evento legato alla figura del Terror Mundi ovvero, Roberto d’Altavilla, noto per l’incontro con il Sommo Poeta nella Divina Commedia nel Quarto Cielo, che fu uno dei sovrani normanni più importanti del meridione d’Italia nel Medioevo. Egli rese Eboli punto nevralgico della politica del ducato di Puglia e Calabria e della Signoria di Sicilia. In particolare, verrà narrato l’episodio a cui è legata la nascita dell’imponente Convento di San Pietro Alli Marmi.

Se si parla di Medioevo che lo si faccia con veridicità storica: nessun periodo buio, ma un tratto della linea del tempo ricco di cultura e di scienza. Tra gli scacchi si distinguerà anche una donna che con le sue operazioni e ricerche ha dato una chiave di svolta alla medicina occidentale: Trotula, la prima medica italiana di cui si ha notizia, probabilmente attiva nell’ambiente della Scuola Medica Salernitana nella seconda metà dell’XI secolo, di cui si ricordano gli studi nei campi dell’Ostetricia e della Ginecologia.

La sfida sulla tavola bianca e nera andrà in scena il 2 Giugno (quindi la seconda serata della manifestazione) con la partecipazione di attori delle varie compagnie di teatro ebolitane: Compagnia teatrale del Bianconiglio, Palcoscenico Ebolitano e Eboli Cultura del Territorio dirette da Bruno Di Donato, e da figuranti che vivono realmente nella parte antica della città. «Le radici di questa manifestazione – spiega infatti Lucio Rizzo-, affondano proprio nei corsi di scacchi che, durante tutto l’anno, prendono vita nell’oratorio della parrocchia di Santa Maria del Carmine e Sant’Eustachio in San Francesco».

A molti la chiesa è nota semplicemente come Chiesa di San Francesco per la sua collocazione nella Piazza dedicata al Santo Poverello e molto frequentata dagli abitanti della zona, che nel corso degli anni stanno partecipando a questa rappresentazione che sarebbe troppo riduttivo concepire come una rievocazione storica.

L’idea

La rappresentazione venne ideata quando il principale organizzatore di questi corsi di scacchi, Cosimo Di Tolla, aveva pensato di organizzare un evento per concludere le lezioni. Questo evento doveva avere come perno centrale  l’idea di una partita  gigante e, da questo al fatto di poter utilizzare il gioco per raccontare una vera battaglia, il passo è stato veramente breve.

L’attrattiva

Se lo scorso anno una delle attrazioni che ebbe più successo furono i rari esemplari di rapaci, quest’anno il pezzo forte sarà il follaro, una delle prime monete  ad essere coniata dall’ antica Zecca di Gaeta. Con questa valuta, nei tre giorni della manifestazione, i visitatori pagheranno cibi e bevande nelle taverne. Anche questo è un modo per avvicinare i “turisti nel tempo” e, per arrivare a questo importante risultato, il team con a capo il professor Di Biase ha portato avanti studi minuziosi e instancabili ricerche.

Anche Bruno mostra lo stesso entusiasmo: «Questo evento nasce – spiega Buno- per piantare un germoglio di identità». Sin dall’inizio della progettazione di questo evento c’è stato un forte interesse da parte degli organizzatori nel coinvolgere i giovani.

I giovani e gli Scacchi viventi

Come racconta Ludovica La Monica, giovane studentessa di Legge e attrice teatrale, la sua partecipazione iniziò nella seconda edizione, nel 2018, per non smettere più. Ludovica racconta che partecipare a questo momento culturale è sicuramente un modo per sopperire a quella mancanza di conoscenze storiche legate al luogo in cui viviamo. Lo studio del copione, infatti, è preceduto dall’apprendimento di nozioni geostoriche e politiche della battaglia rappresentata.

Anche il collega Emilio Grippa, giovane cantautore e attore conosciuto con il nome d’arte Meska, anche lui coinvolto nella rappresentazione degli “Scacchi viventi” è dello stesso avviso di Ludovica: l’evento è il frutto di un ambizioso progetto che valorizza il territorio proprio perché legato al piacere della scoperta e deve essere aiutato ad espandersi nella sua identità identità.

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