Si è tenuta martedì presso l’aula consiliare di Eboli un primo tavolo di confronto tra i cittadini ebolitani soggetti agli espropri per la realizzazione del lotto 1A Battipaglia – Romagnano al Monte dell’alta velocità. Su sollecitazione del Sindaco Mario Conte e dell’Assessore Salvatore Marisei i rappresentanti di Rfi, Italferr e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno incontrato gli espropriandi per dare loro i chiarimenti richiesti e procedere con maggior trasparenza alle operazioni necessarie.
Fermo restando che tutte le parti in causa, Comune di Eboli per primo, sono in attesa dell’esito del ricorso al Tar avverso il tracciato proposto da Rfi per la linea ferroviaria dell’alta velocità, si è ritenuto necessario chiarire alcuni aspetti della procedura.
Nella prima parte della giornata Sindaco e Assessore hanno incontrato i tecnici per un confronto serrato sulle opere compensative da attuarsi sul territorio per mitigare l’enorme impatto ambientale dell’eventuale realizzazione dell’opera. L’Amministrazione ha ribadito che le cifre messe finora in campo non sono sufficienti e che bisognerà rigenerare i due quartieri che verranno stravolti dalla linea ferrata, incidendo sull’intero assetto della programmazione urbanistica comunale. Il confronto su questo tema proseguirà nei prossimi giorni, dopo le necessarie valutazioni delle parti in causa. Dalle prime battute è emersa la volontà di Rfi di venire incontro alle esigenze del territorio.
Nel pomeriggio poi il confronto con i cittadini. È proprio sul territorio di Eboli, infatti, che avverrà la maggior parte degli espropri e degli abbattimenti interessando in particolare i due quartieri di Pezza delle Monache e Casarsa, entrambi ormai urbanizzati e densi di abitazioni uni o plurifamiliari perlopiù circondate da terreni e giardini.
A spiegare le procedure consentite dalla legge e tentare di rassicurare i cittadini sono stati gli ingegneri Marco Marchese di Rfi, Tommaso Martellucci e Stefano Talamoni di Italferr.
Sono stati chiariti i seguenti punti: Rfi ed Italferr eviteranno di far ricorso alla procedura ordinaria e agli espropri di urgenza nell’intento di raggiungere accordi bonari con i proprietari. Il prezzo di base dal quale si dovrà partire per le singole valutazioni verrà fuori da opportune indagini di mercato confrontando gli attuali prezzi di vendita sul territorio per abitazioni similari a quelle da abbattere. Nessun fondo o abitazione non direttamente coinvolto nelle demolizioni potrà restare intercluso (cioè senza accesso) neanche durante l’esecuzione dei lavori. Verranno conteggiate nelle offerte di cessione le migliorie effettuate prima che l’opera fosse approvata ed i pregi particolari delle abitazioni, comprese le pertinenze (giardini, garage e simili). Anche per i cosiddetti “frontisti”, coloro cioè che si troveranno a breve distanza dall’opera, vi saranno ristori economici che dipenderanno, appunto, dall’incidenza. In alcuni casi, dove l’esproprio è attualmente previsto solo per parte della proprietà verrà valutata l’opzione di un acquisto totale da parte delle ferrovie o, comunque, la svalutazione della porzione di proprietà rimasta e non utilizzabile o vendibile separatamente.
I particolari e la risposta ai quesiti posti dai cittadini, su richiesta esplicita del Sindaco, verranno inviati da Rfi e Italferr in forma scritta onde evitare fraintendimenti e garantire i cittadini.
«Abbiamo avviato un’operazione di chiarezza e trasparenza – ha dichiarato il Sindaco Mario Conte – per tutelare i nostri cittadini. In tal modo si potrà partire da basi comuni ed eque di trattativa per tutti. Ottenere per iscritto la risposta ai legittimi quesiti formulati sarà una forma di garanzia, così come aver fornito almeno parte delle risposte in una assemblea pubblica. Nessuno potrà mai risarcire il danno affettivo o morale di veder demolire ciò che si è creato con i propri sacrifici in una vita di lavoro, ma almeno tutti dovranno avere la possibilità di avere una nuova abitazione di valore pari a quella da lasciare. E’ stata assicurata una valutazione agli attuali prezzi di mercato e non in base alle cifre inizialmente previste al metro quadro ormai del tutto anacronistiche».