Le vicende politiche consumatesi dentro e fuori le mura del Palazzo di città hanno innescato una serie di reazioni a catena che rischiano di ostacolare il cammino di riconciliazione della maggioranza. Il sindaco Mario Conte, a cui è stato chiesto insistentemente, anche nella notte di Capodanno, di rivedere la Giunta, ora finisce sotto attacco del Partito Comunista Italiano. Di seguito la nota integrale.
«Tacciare di ignavia e di ipocrisia questa amministrazione non è corretto.
Non sono ignavi: sanno bene come, quando e con chi schierarsi.
Non sono ipocriti: non si sforzano nemmeno di fare buon viso a cattivo gioco.
Sono arroganti.
Infetti da individualismo e velleità.
Perfettamente in linea sia con la storia politica di alcuni dei loro vertici sia con il trasformismo di molti della pseudo maggioranza.
Succede, quando non si hanno i numeri e per averli si fa ricorso ad improbabili alleanze.
E cadono le maschere.
Non sono maggioranza. Non lo sono mai stati in città e ora traballano in consiglio.
Una politica sciatta e pretenziosa, che ostenta grande impegno, sacrificio e dialogo ma che rivela, passo dopo passo, l’incuria verso la città.
E paraventi, tanti, uno per ogni occasione: la pesante eredità, i giochi sempre già chiusi, gli alti ranghi che non danno soluzioni, la macchina comunale assente…
Laddove dovrebbero iniziare le sfide e le battaglie è proprio lì che si fermano.
Complici anche un’opposizione altrettanto presuntuosa (che di scuse avrebbe da farne a questa città!) che si limita a proclami da social e qualche minoranza che ignava, invece, lo è.
Che mortificazione per questa città! Una città che deve scrollarsi di dosso il torpore, rialzare la testa e cominciare a rivendicare, a voce alta, il cambio di rotta che merita. Una città che deve tornare ad un voto libero e dignitoso, senza le logiche dannose del clientelismo e di una politica mal rappresentata da chi vuole rappresentare solo sé stesso. Non c’è più tempo, si dovrebbe cominciare adesso: ora che il tempo è scaduto e al vecchio, vestito di nuovo, è caduta la maschera».