Passato, presente e F…Urban Center: 50 sfumature di grigio

Di Cosimo Parisi

Quello che viene proposto come innovazione rivoluzionaria in realtà è solo il vecchio che avanza. Si parla nello specifico dell’Urban Center. Le prime tracce della sua esistenza risalgono al 26 Maggio 2020, quando l’ex amministrazione Cariello annunciava la nascita di questo nuovo progetto: «un vero e proprio laboratorio di pianificazione urbanistica partecipata, che coinvolgerà in maniera critica e costruttiva l’intera comunità nelle politiche di trasformazione della città e del territorio» – scrivevano sul sito del comune di Eboli. Una «Eboli cantiere» mai iniziata.

L’amministrazione Conte, insediatasi da poco più di un anno, racconta di aver trovato cassetti vuoti, macerie e devastazioni. Come quando, dopo il passaggio dei Lanzichenecchi, bisognava rimettere il mondo nel verso giusto. Eppure, almeno nel caso dell’Urban Center, le cose non sono proprio conformi alla narrazione che viene proposta ad ogni piè sospinto. Si ricicla il riciclabile. Come i pantaloncini corti degli anni ’60 che tutti odiavano ma che, con una toppa qui e un bottone là, svolgono ancora la loro funzione. Insomma, almeno non si va in giro in mutande. Nei cassetti infatti l’amministrazione Conte ha trovato non solo i due progetti che riguardano il Rione della Pace e il Rione Pescara ma anche i finanziamenti, candidati dal commissario prefettizio De Iesu.

Mario Conte e Salvatore Marisei

In gioco da subito circa 1 milione di euro per la prima fase dei lavori, lavori che dovranno essere avviati entro fine anno per non perdere i finanziamenti. I tempi sono stretti. Soffocanti, come quelli del sottovuoto che custodisce i piumoni da un inverno all’altro, togliendogli l’aria. L’amministrazione ha dunque, con l’assessore all’urbanistica in capo, Salvatore Marisei, organizzato una serie di incontri, quartiere dopo quartiere, per rendere partecipe la cittadinanza e per raccogliere, questo l’intento del progetto iniziale, le opinioni e i suggerimenti dei cittadini. Due focus fino ad ora: Rione della Pace e Centro Storico. Pur non volendo disorientare cittadini e lettori, nonostante il tentativo di non apparire costantemente critici rispetto alle belle proposte di cooperazione che possono nascere in città, non si può non farsi una domanda: perché Marisei chiede la collaborazione dei residenti se i progetti sono già finanziati e nemmeno una virgola può essere spostata?

Ma questo è solo il primo dei quesiti che resteranno senza una risposta.

Meno cemento più verde. Dalle foto pubblicate dal sito del Comune di quello che sarà il Rione della Pace, non sembra proprio che il buon proposito sia rispettato. La paura di una Eboli con cinquanta sfumature di grigio è proprio dietro l’angolo: quello che va dalla Lidl a salire su, nel cuore del quartiere.

Dalla rappresentazione grafica, infatti, si nota, tra le pareti grigie delle costruzioni, l’istallazione di una piccola area giochi. Trenta alberi si contano. Possono bastare? No, soprattutto se quando parliamo di ‘’Rigenerazione Urbana’’ intendiamo una svolta green: ogni angolo della città con un’area verde, ben curata, a disposizione dell’intera comunità.

La politica urbanistica oggi deve obbligatoriamente confrontarsi con questo tema. Ora più che mai. Eppure, ci sembra essere in costante ritardo.

Lodevole il restyling del campo Massajoli. Una risorsa che è diventava vecchia e polverosa come la bomboniera della zia della zia di cui nemmeno ti ricordi più la faccia. L’idea è quella di far beneficiare del campo gli alunni delle scuole limitrofe. Eppure, sono in molti ad essere senza palestra pure se ce l’hanno.  La zona a campo aperto sarà costeggiata da ulteriore cemento, così come il restante della zona con la creazione di un salvagente.

Oltre al rione della pace, l’altra zona d’interesse è quella del centro storico. Molti e articolati i lavori in merito. Alcuni condivisibili fin da subito con recupero di strutture ormai a rischio crollo; altri lasciano perplessi, come la realizzazione di una nuova arteria che dovrebbe circumnavigare un’area verde e collegare via Paparone con via Cuzzolini. La torre del Castello Colonna sta ancora là. Caduta dopo i lavori di edificazione de La casa del Pellegrino. Probabilmente si spargerà altro cemento per un parcheggio: un multipiano proprio adiacente alle Antiche Fornaci. Ottime sono le intenzioni. Sotto osservazione devono rimanere i fatti e anche la tempistica entro cui avverranno queste rivoluzioni urbanistiche.

In tutti i quartieri della città sono presenti criticità forti che rendono complicata e, alle volte, invivibile la vita quotidiana. Partecipare alle riunioni ed ai dibattiti di questo tipo certo è coinvolgente: ognuno sogna in grande e soprattutto sogna di poter vivere in una città accogliente, immersa nel verde e curata nei minimi particolari. La cura e l’educazione sono contagiosi. In un ambiente sano, infatti, tutti sono invogliati a preservare il bello. I progetti posti in essere non verranno realizzati domani. L’esperienza fa pensare a tempi biblici. Chi e quando ci si occuperà di risolvere i problemi di oggi? Questa domanda per ora non ha ancora una risposta.

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