Di Laura Naimoli
Non conferma e non smentisce l’assessore al Bilancio e al Piano di Zona Massimiliano Curcio in merito all’eventualità di rassegnare le dimissioni dalla giunta Conte. Sarebbe il primo della consiliatura a lasciare.
Il suo nome è spesso sulle pagine di cronaca politica per aver portato la nave in porto dell’azienda consortile speciale e pure quella della nuova programmazione del piano di zona. A lavoro sul bilancio ormai da settimane. Prima si approva, prima si mette mano alla giunta. Da mesi Massimiliano Curcio, schivo e silenzioso, sembra essere una delle possibili vittime sacrificali, forse l’unica, per un turnover di metà mandato che non lascia spazio al merito, ponendo l’attenzione sulla logica delle poltrone.
Ed è proprio sui criteri di metodo della verifica che nella scorsa riunione di maggioranza che lo scontro si è alzato, toccando acuti di dubbia eleganza. Consiglieri apostrofati con epiteti sconci e scomposti. Una futura presidente di commissione che si alza, gira i tacchi e se ne va minacciando di uscire dalla maggioranza. Un caos tenuto a bada da redini molli che non lascia intravedere un riassetto repentino e che potrebbe sconfinare in una guerra fratricida già tra pochi giorni, dopo l’approvazione del rendiconto, il 26 giugno prossimo.
Sono queste le ragioni dell’eventualità meditata da Curcio, ma non solo. Un occhio strizzato troppo a destra, potrebbe far abbandonare il desiderio di cambiamento che somiglia sempre di più ad una pagina già scritta da altri, molti altri.
Il consigliere Masala con il simbolo della Lega sembra già essere dentro la maggioranza. La poltrona di vice presidente sembra avere già il nome scritto del consigliere di Forza Italia, Giuseppe Norma, oppure quello del consigliere di Fratelli d’Italia, Damiano Cardiello. Ma questa carica, un contentino di scena, va all’opposizione ed è questa quella che c’è. Con Cosimo Pio Di Benedetto, si preferisce parlare di attributi, quelli propri dei maschi alpha. Ammesso che da qualche parte, davvero ve ne siano.