Di laura Naimoli
Un foglio A4 quattro, di quelli che si utilizzano per stampare, scritto a mano con una penna nera. Questa la forma con cui è stato redatto l’accordo che porterà Sgritta direttamente sulla poltrona di vicesindaco e che sancirà l’entrata in giunta di Sandra Fornataro, sorella di un ex amministratore.
Sgritta, oltre alla fascia da secondo cittadino, prenderà le deleghe del bilancio, del personale e del piano di zona. Insomma, un colpaccio. Fuori Massimiliano Curcio. La Fornataro prenderà cultura e politiche sociali. Fuori anche Damiana Masiello. Non è arrivato il momento di Lucilla Polito che avrebbe voluto la cultura, ma si sa, l’attesa del piacere è essa stessa il piacere. Si consolerà con un barattolo di yogurt Muller, alla faccia di Gotthold Ephraim Lessing.
Nell’accordo vengono specificati anche i tempi: sessanta giorni. Ora si deve pensare ai numeri, quelli del prossimo consiglio comunale, fissato per il prossimo 29 marzo. E’ in seconda seduta e non si può rischiare un’altra figuraccia.
L’accordo, neanche a dirlo, dovrà essere sottoscritto, ammesso che questo passaggio non sia già superato, dal primo cittadino Mario Conte e dai quattro di Eboli Domani: Gianmaria Sgritta, Adolfo Lavorgna, Cesare Moscariello e Walter Gaeta.
Queste sono le voci che corrono. Voci che, se confermate, rischiano di aprire una nuova crisi. Il sindaco Mario Conte, superato il muro dei quattro, con un presente impacchettato, si troverà davanti il muro degli otto. Si è parlato di ricatto e se ne parla ancora. La strada per la pace è ancora lunga e quella per l’inferno, si sa, è lastricata di buone intenzioni.
Il silenzio dura ormai da giorni sullo stato dell’arte di una crisi che dura da oltre due mesi e che ha raggiunto il suo culmine con lo scorso consiglio comunale andato deserto. Prima l’annuncio di un comunicato mai arrivato. Poi la speranza che il tempo possa consumare le fiamme. Eppure, sembra evidente che sotto la cenere il fuoco ancora ci sia ancora.
