Eboli 3.0 non molla. Capaccio invita Conte ad aprire ufficialmente la crisi

Di Laura Naimoli

E’ passata quasi una settimana dal consiglio mai tenutosi del 7 marzo scorso. La pace non c’è in Comune, figuriamoci come si possa pensare alla pace in Palestina o in Ucraina. Pensano i più. Da almeno 48 ore, ovvero dal giorno della cena in un ristorante molto frequentato dall’amministrazione, sulla scrivania del primo cittadino Mario Conte c’è un documento interno che sancisce, se non la pace, almeno la tregua tra gli schieramenti opposti: Eboli Domani e Eboli 3.0.

Conte sceglie ancora il silenzio, attendendo e provando a far digerire parole indigeste, vomitate alla rinfusa la sera della riunione di maggioranza, ai consiglieri Villecco, Balestrieri e Gaeta.

Il muto nocchiere non prende posizione, né si decide ad accogliere gli inviti giunti da più parti ovvero, spiegare cosa stia davvero accadendo.

Mille le voci di pressing sulla minoranza che viene chiamata in causa con la stessa foga, disperazione e urgenza con cui si chiede una scialuppa di salvataggio nel mare in tempesta. Di notte. Mentre alcuni consiglieri di maggioranza esprimono apertamente il disagio per questa situazione auspicando un gesto, pure doloroso, come il gettare la spugna, altri cercano un modo per andare avanti, magari allargando alla minoranza. In fondo, qualche matto, in accezione politichese, pure là ci sarà – si staranno dicendo.

Il 2024, come è stato più volte sottolineato dall’amministrazione, potrebbe essere l’anno della svolta: cantieri, svincolo autostradale, Terna, edilizia popolare. «Se andiamo via ora – sostengono i temerari- cosa lasceremo a questa città?». Ma, soprattutto, provando, senza essere certi di riuscirvi, ad interpretare i pensieri si staranno anche chiedendo chi potrà essere più disposto a investire su questa squadra con il proprio voto.

E’ il capogruppo di Eboli Responsabile a rompere gli indugi e, tra le righe, a suggerire anche risposte a chi teme l’arrivo di un commissario prefettizio. Damiano Capaccio provoca, rompendo anche il silenzio di gran parte dell’opposizione. Sembra quasi di sentirlo: «Ma mo’, che amma fa?

La proposta di Damiano Capaccio

«È nel vuoto della politica che si consuma il declino di Eboli. Ci appelliamo al sindaco e alle residue forze sane del consiglio comunale affinché si faccia uno scatto d’orgoglio e di rispetto per la città. Prendano le distanze da chi ha dimostrato solo
inadeguatezza amministrativa e perpetrato continui ricatti e assenze per condizionare i lavori del consiglio.
La città è ferma e sta perdendo importanti finanziamenti.


Basta con la spartizione delle cariche e la ricerca del solo tornaconto personale. Chiediamo al sindaco di azzerare la giunta e proporre al consiglio comunale una squadra tecnica di figure di sua fiducia e di assoluta competenza. Se manca la forza per reagire a quanto sta accadendo allora che si vada alle elezioni e siano gli elettori a giudicare. Solo in questo modo si può evitare un disastro che condannerebbe la nostra città a un immeritato oblio».

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