Covid: nessun allarmismo ma prudenza per una estate sicura

Con i numeri dei contagi sui report dell’ultima settimana dell’Unità di Crisi della Regione Campania e della provincia di Salerno ci saremmo chiusi in casa per aspettare la primavera, immuni, se fosse stato inverno. E invece

La provincia di Salerno, così come la Regione, sono letteralmente invase dal Covid. Dal 4 al 10 luglio, infatti, l’organo di controllo di Palazzo Santa Lucia guidato da Italo Giulivo ha segnalato oltre 16mila nuovi casi di positività, nel territorio che va da Scafati a Sapri. Numeri così alti si erano registrati soltanto a gennaio, con la terza ondata. Nella settimana, infatti, nel Salernitano sono stati accertati 16.279 nuovi casi di positività per una media di 2.325 infezioni scoperte ogni ventiquattr’ ore.

Della situazione attuale e di quello che dovremo aspettarci nel prossimo autunno ne parliamo con Armando De Martino, medico palliativista.

Armando De martino

L’intervista

Gli ultimi bollettini provenienti dalla Regione, nello specifico quelli della scorsa settimana, ci allarmano sulla rapidità con cui si stanno diffondendo i contagi. Dobbiamo aver paura dell’Omicron 5?

«Di per sé, la Omicron 5 non è pericolosa perché si ferma alle vie respiratorie alte. Questa apparente benignità ha convinto le istituzioni e la gran parte dei cittadini ad immaginare che, dopo tutto. non sia un dramma prenderlo. Anzi, molto spesso sento dire, quasi fosse una sentenza, che tanto dobbiamo prenderlo tutti. Insomma, la teoria dell’ immunità di gregge. Ma non è sempre così, soprattutto per anziani e malati fragili. In questo Omicron 5 non è diversa dagli altre varianti e potrebbe avere conseguenze gravi sugli anziani e sui fragili. L’incidenza dei decessi, anche questa in aumento, ne è una chiara dimostrazione. Inoltre, la rapidità della diffusione rende le probabilità di contagiare i fragili nettamente superiore».

Dopo due anni di covid eravamo quasi convinti che l’estate ci rendesse immuni o, quanto meno, fosse una parentesi rosea dopo gli autunni horribilis che abbiamo vissuto. Cosa abbiamo sbagliato?

«Umanamente non abbiamo sbagliato niente. E’ umano voler vivere ogni occasione di libertà che ci capita e la stagione estiva è un’occasione di libertà, non solo per i giovani ma per tutti. Per la popolazione vaccinata, la malattia assume le caratteristiche di una influenza stagionale. Se sintomatica si presenta con febbre alta, mal di gola, spossatezza, vomito e diarrea, quasi mai con interessamento respiratorio o polmonite. L’unico errore, se possiamo definirlo tale, è stato l’aver trascurato ciò che stava accadendo negli altri Paesi del Mondo. In Canada, ad esempio, questa settima ondata sta mettendo a duro rischio il sistema sanitario. Se avessimo guardato un po’ più in là dei nostri confini, avremmo facilmente saputo che non era e non è finita».

La gente ha voglia di riprendersi la propria libertà e viversi l’estate senza farsi prendere dalle paranoie. Sarebbe giusto chiudere ora? Se no, come possiamo trovare un equilibrio tra il diritto alla salute e il diritto al divertimento?

«Nessuno chiuderà nulla. Né ora né in autunno. I Governi hanno superato questa fase e il timore di ribellioni, non riuscendo a garantire sostegni per le attività che devono fermarsi, è troppo alto. Salute e divertimento sono sicuramente due diritti importantissimi ed entrambi vanno rispettati. Dobbiamo avere cura di noi, ma anche degli altri. Nessuno vuole rinunciare ad un aperitivo o una festa in riva al mare. Nessuno vuole rinunciare a godersi l’estate. E allora, fino alla nausea, ripetiamo le uniche precauzioni che conosciamo per non dover rinunciare a nulla: vaccinazione, mascherina, detersione frequente e profonda delle mani. Evitare luoghi estremamente affollati. Sicuramente quelli al chiuso, ma anche all’aperto bisogna fare attenzione».

Stando alle notizie che arrivano anche dagli altri Paesi del Mondo possiamo affermare che il covid è ben lontano dall’essersene andato. Cosa dobbiamo aspettarci per questo autunno?

«E’ difficile prevedere quello che sarà. Quello che possiamo fare è applicare le buone norme che conosciamo e osservare ciò che accade intorno a noi per non trovarci spiazzati. Le persone sono in circolo, non solo nelle proprie città, nelle varie regioni, ma vanno e vengono dall’estero. Questo virus, e da questo punto di vista lo conosciamo bene, si sposta con noi»

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