Le non risposte ai sindacati da parte del governo Meloni parlano molto chiaro: lavoratrici e lavoratori sono un fardello di cui non ha il tempo di occuparsi. «Se non ci sentono – spiega Antonio Apadula, Segretario Generale della Cgil di Salerno-, faremo in modo di alzare la voce».
L’iniziativa
Questo è lo spirito con cui anche la Cgil Salerno parteciperà attivamente al percorso che porterà alla manifestazione del prossimo 7 ottobre a Roma, «La via Maestra. Insieme per la Costituzione», indetta dalla CGIL Nazionale e con l’adesione di oltre 100 Associazioni, perché vogliamo rimettere al centro i diritti fondamentali; come il diritto al lavoro, alla salute e all’istruzione, così come il diritto all’applicazione dei contratti per combattere il lavoro nero.
Sono 55mila gli iscritti alla CGIL Provinciale di Salerno e la CdLT di Salerno assieme alle Categorie Provinciali è impegnata per una consultazione straordinaria delle lavoratrici, dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati, delle donne, dei giovani, ed il calendario delle assemblee è già pronto.
Le assemblee si svolgeranno per tutto il mese di settembre ed ottobre. L’intento è quello di rendere la mobilitazione partecipata e condivisa con le parti sociali, vero motore economico. Temi di confronto: salario minimo, autonomia differenziata, sicurezza sul lavoro, stato sociale, politiche industriali, giovani e pensioni.
L’adesione alla mobilitazione verrà validata con il voto favorevole al seguente testo: «Condivido le proposte rivendicative contenute nel documento predisposto dalla Cgil nazionale avanzate e da avanzare nei confronti del governo e del sistema delle imprese, nonché l’utilità di sostenere con la mobilitazione e, se sarà necessario, con lo sciopero generale».
Le dichiarazioni del Segretario
«La situazione è davvero preoccupante- sottolinea Apadula-. Schiacciati da una crisi economica che ha investito l’intero Paese si fa i conti oggi con la precarietà devastante sui territori. Il governo Meloni sembra viaggiare senza tener conto delle esigenze dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani, dei precari e dei disoccupati.
La non risposta alla lettera di Maurizio Landini è una traccia significativa che dà l’idea di come il governo segua la sua tabella di marcia senza costruire un dialogo con chi la mattina si sveglia e deve affrontare il caro vita. L’intuizione che verrà approvata un’altra manovra di lacrime e sangue potrebbe diventare realtà a breve.
A pagare saranno sempre gli stessi, lavoratori e pensionati. Più tasse e meno servizi. Più doveri e meno diritti. Più aumenti e meno entrate. Non è accettabile non tenere conto delle esigenze dei cittadini. La conseguenza di tutto ciò ricade sulle famiglie e sulla qualità di vita. La nostra è una battaglia che va affrontata insieme. È il momento di ribellarci alle diseguaglianze. È il momento di mobilitarci tutte e tutti insieme per creare il nostro futuro».