Cambio in giunta dopo il bilancio, ma quale? rendiconto o previsionale?

Di Laura Naimoli

La situazione è molto simile a quella narrata da Omero nell’Iliade e che portò alla guerra di Troia. Immaginate un tavolo, quello della stanza del sindaco. Aggiungete alla fantasia anche una riunione di maggioranza e metteteci pure un pomo con su scritto “Rendiconto” al posto di “Kallisti” e il gioco è fatto.

Il rinnovo della giunta è l’unico punto condiviso da tutta la maggioranza. Ma dopo quale rendiconto si farà? Gli eroi pronti ai cambi con un esercito già schierato con un 4- 3- 3 dovranno mettere nei cassetti i loro schemi tattici perché, da quello che si intuisce sulla base di ciò che emerge dai rumors di Palazzo, il bilancio giusto non è il rendiconto che si discuterà in aula il prossimo 27 giugno, ma quello previsionale. Tempi? Seconda decade di luglio.

Diciamoci la verità, con il fresco e dopo aver sbollito mesi e mesi di tensione, è possibile che i cambi, agognati da tutti, almeno su un punto i nostri eroi si trovano in accordo, si faranno. Ecco, il mese giusto, potrebbe essere settembre. Salvo imprevisti. Di imprevisti, caos organizzati e tempeste perfette l’amministrazione Conte ormai è maestra.

In queste ore i gruppi stanno prendendo consapevolezza e allora si rema più in fretta. Si rivedono gli schemi, si ripensa alle sostituzioni ad un nuovo equilibrio. All’azzeramento della giunta. No, per i vertici alti e altri è segno di debolezza, come se il pubblico cittadino fosse stato abituato alle imprese messe a segno da Ercole in persona.

Il vicesindaco Vincenzo Consalvo non gode di molte simpatie tra i suoi, ma si sa come vanno queste cose: basta una sola chiave, quella che apre tutte le porte, per blindare e blindarsi. «Troppo giovani i consiglieri» – ha detto Consalvo in un’intervista. Insomma, un po’ quando si prova a spegnere il fuoco con l’unico liquido che hai a disposizione: la benzina

L’assessore Massimiliano Curcio si è ritirato nella sua tenda. Mi dimetto o no? Suona come un tormentone estivo.

Masala è sempre più vicino ad una maggioranza senza appigli né approdi al Pd e offre la sua sponda che batte bandiera Lega.

Uniti per il territorio e Città del Sele provano a fare blocco. Il gruppo misto attende sornione. Eboli 3.0 si stringe commosso per difendere la sua roccaforte al grido di: «Ciao Mario, io esco». Eboli domani, domani.

Gli usi civici? Il cartellone eventi? il lido per i disabili? La manutenzione? Casa del pellegrino? Le sbarre sulle spiagge libere? Il direttore generale dell’azienda consortile? La Biblioteca?

Si procede a passo lento. Pure il toto assessori si è fermato. L’unico nome papabile è quello dell’architetta Giulia Izzo. Con calma, però. La pazienza è la virtù dei forti.

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