Rimpasto, nessun accordo: ancora una fumata nera sulla nuova Giunta

Di Laura Naimoli

La sensazione è quella di assistere ad una guerra, politica s’intende, nata come lampo ma trasformata in un conflitto a lungo termine in cui il vincitore potrebbe essere colui che mantiene i nervi saldi fino alla fine delle trattative. Attendere. Ragionare. Stancare.

La verità è che nessuno vuole andare a votare e, pertanto, alla fine, qualcuno dovrà cedere facendo un passo indietro. La città non è pronta a tornare alle urne, ma soprattutto non è pronta né preconfezionata una alternativa credibile.

Il centro destra si sta ricompattando, ma siamo appena alle prime pennellate di un quadro i cui contorni sono tutti da definire. Il Partito Democratico cittadino è sfilacciato e la vittoria nazionale di Elly Shlein non aiuta a trovare una sintesi che possa rimettere il discorso politico su un piano che vada nella direzione della nuova segretaria nazionale. Cosa accadrà sul banco di prova delle regionali è tutto da vedere.

Ieri sera l’appuntamento tra il sindaco Mario Conte e i cinque di Eboli Domani si è concluso con un nulla di fatto. L’ennesimo. Il sindaco Mario Conte non ha solo la difficoltà di soddisfare il bisogno, anche questo politico, di far avere una rappresentanza al neo gruppo in giunta, ma ha anche la necessità di non minare, in maniera irreversibile, i rapporti con gli altri. Per altri si intende in primo luogo il muro degli otto consiglieri.

Tanto per cominciare, Eboli 3.0 difende il vice sindaco Enzo Consalvo e non esclude che, qualora dovesse spuntarla Gianmaria Sgritta, potrebbe valutare di andare all’opposizione. Certo, Consalvo potrebbe restare in giunta con alcune delle deleghe.

Vincenzo Consalvo

«E’ spiacevole tutta questa situazione che ormai va avanti da tre mesi – commenta Vincenzo Consalvo-. La politica è un’altra cosa non certo quella che si lega alla poltrona di vice sindaco. Se fosse stato messo in discussione il lavoro fatto sui settori delle deleghe che ho, avrei potuto capire. Se qualcuno avesse detto, voglio la delega di Consalvo perché sono certo di saper fare meglio di lui, avrei capito. Responsabilmente il gruppo Eboli 3.0 che mi ha sostenuto e mi sostiene, insieme alla federazione degli otto, guarda alle proposte politiche da mettere in campo per la città. Sta andando avanti da troppo tempo questa situazione e non fa bene alla città. Questa amministrazione non ha porte girevoli come quelle degli hotel in cui si consumano telenovele. Questa amministrazione deve rispondere alle esigenze e alle criticità rappresentate dai suoi cittadini».

Insomma, l’interesse alla carica di vicesindaco potrebbe essere intesa come la volontà di mettere su la fascia tricolore nei giorni in cui Mario Conte dovesse buscarsi un raffreddore. La carica di secondo cittadino è una carica di rappresentanza che è svolta da chi gode della fiducia personale del sindaco. Sgritta ce l’ha?

Un banco di prova importante al fine di stabilire quanto l’amministrazione tenga e quanto siano veritieri i discorsi politici di tutti rispetto all’interesse delle poltrone sarà il consiglio comunale di questa sera. Acer, infatti, ha proposto, soldi alla mano, di buttare giù Fort Apache per costruire altri appartamenti per l’edilizia sociale in un’altra area. L’area in questione è nel Rione Pescara. Non è un tema semplice. La discussione non può essere tenuta solo sul piano urbanistico. In questa operazione entrano ben più fattori e settori, primo fra tutti una rete di politiche sociali che deve essere impeccabile per non creare ghetti e un’apartheid che potrebbe avere mura ben più spesse di quelle dell’attuale Fort Apache. Insomma, è una decisione importante da prendere. Le conseguenze coinvolgeranno, in un modo o nell’altro, tutta la città. Aleggia il sospetto che non si raggiunga il numero legale per far insediare il consiglio.

Adolfo Lavorgna

«Il lavoro svolto da Consalvo, per cui non mutano affetto e stima, non è in discussione – afferma Adolfo Lavorgna-. Allo stesso modo, non sono in discussione le persone, ma ragioniamo sul modo in cui può essere rilanciato il lavoro dell’amministrazione che, onestamente, ha avuto delle difficoltà grandi inizialmente. Riteniamo sia necessario un cambio di marcia in tutti i settori. Inoltre, rivendichiamo un minimo di rappresentanza per essere parimenti legittimati insieme al resto dei gruppi consiliari. La nostra è un’area politica ben definita, non un gruppo di amici, che, accanto al sindaco Conte manterrà sempre la maggioranza. Non è in discussione l’amministrazione. Dobbiamo entrare nel merito per dare risposte ai cittadini, dando un contributo maggiore avendo una dignità all’interno del consiglio comunale. Diversamente vorrebbe dire mortificare il nostro gruppo. Qualcuno lavora per diversificare gruppi e schieramenti. Noi siamo sempre dalla stessa parte ovvero quella dell’amministrazione per cui ci siamo spesi, mettendoci la faccia. Non ci sono polemiche né condizionamenti né ricatti. Facciamo in modo che ci sia un maggior collante».

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