Il DEA di I° Eboli/Battipaglia/Roccadaspide strutturato su tre Plessi Ospedalieri presenta tutte le criticità ed i rischi sopra richiamati.
Gravissimi sono i ritardi nell’applicazione dell’atto aziendale e soprattutto i deficit strutturali e di logistica per i due plessi ospedalieri maggiori. Programmati e costruiti da oltre 50 anni quello di Battipaglia, e oltre 80 quello di Eboli, con logiche e tecnologie ormai superate, hanno evidenziato drammaticamente il peso delle loro età.
Abbiamo bisogno, per la popolazione della Piana del Sele, di investimenti importanti per l’adeguamento strutturale e tecnologico dei due plessi ospedalieri.
Questo piano, prevede per il PO di Eboli € 16 milioni art 20 legge 67/87 di investimento, un nuovo corpo di fabbrica per le attività dell’urgenza Emergenza .
Mentre al PO di Battipaglia è previsto un finanziamento di 24 milioni di Euro per l’adeguamento sismico con fondi PNRR .
La Pandemia da Covid 19 ci ha messo di fronte ad una criticità rispetto alla quale, i responsabili della Gestione della Sanità Pubblica ed il potere politico locale e Regionale, devono necessariamente sviluppare una riflessione sulla valutazione delle risorse disponibili e se le soluzioni proposte vanno nella direzione della qualità e dell’efficacia necessaria per la Sanità Ospedaliera della Piana del Sele.
Un nuovo ospedale per Eboli e Battipaglia, moderno , tecnologicamente avanzato, al passo con i nuovi modelli di gestione assistenziale dell’emergenza-urgenza e della medicina di specialità.
Damiano Capaccio
Una disamina lunga e colma di dati quella inviata dal consigliere e capogruppo di Eboli Responsabile Damiano Capaccio. Una disamina necessaria affinché si riapra il dibattito sulla critica situazione del Dea che comprende gli ospedali di Eboli, Roccadaspide e Battipaglia, stretti nella morsa di una insanabile carenza di personale.
La proposta di Damiano Capaccio
«Già da alcuni mesi dalle amministrazioni delle due Città – Eboli e Battipaglia- e nel mondo delle professioni sanitarie è in atto un confronto, sottotraccia – spiega Capaccio-. Crediamo sia utile e razionale la verifica da subito con la Direzione Generale dell’ASL Salerno della ridefinizione di una proposta per un Unico Presidio Ospedaliero.
Chiediamo soluzioni innovative nella logistica, nell’organizzazione oltre che strutturali e tecnologiche da sottoporre alla Regione Campania con l’obiettivo di razionalizzare, contenere e liberare risorse per accrescere l’attrattività del sistema ospedaliero pubblico. Nasce l’esigenza di evitare sprechi e doppioni e di liberare risorse per nuove branche specialistiche in grado di competere con altre aree avanzate.
Un nuovo Presidio Ospedaliero che miri ad abbattere i costi di gestione della manutenzione con un assetto innovativo e moderno nella struttura e nell’organizzazione che introduca il concetto di flessibiltà e modulazione del numero dei posti letto. Un moderno ospedale, tecnologicamente avanzato, capace di competere sull’innovazione ed attrarre grandi professionalità.
Esso dovrà essere in grado di garantire assistenza a tutti i pazienti che ne abbiano reale bisogno anche in caso di nuove emergenze (pandemiche e non solo) poichè non è ammissibile ridurre intere strutture alla paralisi, costrette a sospendere del tutto le attività di elezione per dedicarsi ad alcune categorie di pazienti, dimenticando le altre.
Il nuovo ospedale va ripensato secondo la cosiddetta “progressive patient care”, un modello che raggruppa i malati non più per singola specialità medica ma in base al grado di intensità di cura della quale necessitano: intensivo, medio-alto, basso.
Abbiamo già disponibili risorse importanti che vanno rimodulate e ridefinite su un solo plesso ospedaliero. Siamo in un momento decisivo per la Sanità della Piana del Sele».
Le risorse
«Il PNRR ha stanziato 20 mld di cui 8,6 mld per gli ospedali e la loro fondamentale innovazione tecnologica. I soldi dunque ci sono. La rinnovata centralità sociale della salute, imposta dalla pandemia da Covid 19, spiega il Censis, accresce la volontà dei cittadini di giocare un ruolo attivo nei processi riguardanti la propria salute.
La politica deve fare la propria parte convergendo su di un unico obiettivo, mettendo da parte partigianeria e convenienze, lavorando per gli interessi dell’intera collettività».
Le cause della crisi sanitaria e ospedaliera
«L’epidemia da Covid 19, ha fatto emergere drammaticamente il ritardo nell’adeguamento ai nuovi standard strutturali e tecnologici del sistema ospedaliero della Provincia di Salerno, in particolare dell’area Sud della Provincia
Come una tempesta perfetta la convergenza di vari fattori, di cui alcuni legati alle caratteristiche proprie del contagio del Coronavirus che ne ha favorito la rapida diffusione, altri relativi ad errori di programmazione e relativi ad una rete di strutture ospedaliere di vecchia impostazione, hanno determinato le condizioni favorevoli per il collasso dell’assistenza sanitaria.
Anni di Politiche di Austerity concentrate sul contenimento della spesa pubblica con il prolungato, ormai decennale, blocco delle assunzioni nel pubblico impiego, hanno avuto come unico effetto in Sanità la netta riduzione di organico in tutti i settori. Il pensionamento senza alcuna sostituzione, ha provocato l’innalzamento dell’età media del personale in servizio, a cui si è aggiunto per il mancato incremento delle risorse al fondo sanitario nazionale, un drammatico ritardo nell’adeguamento strutturale e tecnologico, dei plessi ospedalieri, soprattutto di quelli al Sud Italia.
Ulteriore spinta alla crisi della Sanità, ha contribuito e di non poco, il numero chiuso all’accesso ai corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia, associato ad un finanziamento insufficiente al fabbisogno di borse di studio alle scuole di specializzazione, titolo indispensabile per l’accesso alla professione medica.
In questo scenario nazionale già di per sé drammatico, il commissariamento della Sanità Campana, stretto in un programma draconiano di rientro dal debito, ha lasciato sul terreno non solo la perdita complessiva di oltre 17000 unità di personale, ma anche il blocco del già asfittico programma di adeguamento strutturale, oltre che tecnologico ed organizzativo degli ospedali, pagando un prezzo aggiuntivo alla già carente assistenza Sanitaria Nazionale.
Il Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, nelle ultime settimane, di fronte alla palese difficoltà a reperire personale medico ha preannunciato la necessità di dover pensare alla chiusura di alcuni Pronto Soccorso, preannunciando di fatto, la rimodulazione dell’Organizzazione Ospedaliera Regionale.
La Provincia di Salerno è nel pieno dell’emergenza e sta pagando un prezzo altissimo nella difficoltà a reperire i medici. Criticità esplosa con la pandemia da Covid 19, ma che ha trovato terreno fertile nel ritardo dell’applicazione del Piano Ospedaliero Regionale che, seppur recepita nell’atto Aziendale dell’ASL Salerno, di fatto non ha trovato completa concretizzazione, per errori nella distribuzione numerica e nella rimodulazione dei posti letto».
La crisi degli ospedali della Piana del Sele
«Il DEA di I° Eboli/Battipaglia/Roccadaspide strutturato su tre Plessi Ospedalieri presenta tutte le criticità ed i rischi sopra richiamati.
Gravissimi sono i ritardi nell’applicazione dell’atto aziendale e soprattutto i deficit strutturali e di logistica per i due plessi ospedalieri maggiori. Programmati e costruiti da oltre 50 anni quello di Battipaglia, e oltre 80 quello di Eboli, con logiche e tecnologie ormai superate, hanno evidenziato drammaticamente il peso delle loro età.
Abbiamo bisogno, per la popolazione della Piana del Sele, di investimenti importanti per l’adeguamento strutturale e tecnologico dei due plessi ospedalieri.
Questo piano, prevede per il PO di Eboli € 16 milioni art 20 legge 67/87 di investimento, un nuovo corpo di fabbrica per le attività dell’urgenza Emergenza .
Mentre al PO di Battipaglia è previsto un finanziamento di 24 milioni di Euro per l’adeguamento sismico con fondi PNRR».