Il comune di Eboli ha pubblicato, da qualche giorno, una manifestazione di interesse, indirizzata alle associazioni culturali e non solo, per programmare gli eventi natalizi con l’intento di «interessare e coinvolgere pubblici differenti, proponendo un intrattenimento di alta qualità, dal 1° dicembre 2022 al 8 gennaio 2023».
Avendo dedicato ampio spazio alla questione movida & sicurezza, ci è sembrato doveroso dare i giusti ‘decibel’ a coloro che in città accendono la movida, anche a Natale, creando momenti di aggregazione che si rivelano un prezioso deterrente per quanti hanno bisogno del buio e del silenzio per i loschi uffici.
La redazione di #Menamò ringrazia i gestori dei locali: Volume , Alberto/Ritrovo e Cosimo Skinner, dj ebolitano, per aver risposto alle nostre domande. Forse un po’ scomode, ma necessarie come pure necessarie sono le risposte che ci hanno fornito e che è doveroso pubblicare per dare una visione completa sulla questione alla pubblica opinione.
Intervista Tripla
Quanto è importante per le attività ristorative e ricreative, come bar e locali, la movida per riuscire a far cassa e sperare di superare questo freddo inverno all’insegna dei rincari?
Volume: «I rincari per le attività sono un ostacolo quasi insormontabile, considerando il periodo post covid. Molte sono le attività che hanno deciso di chiudere i battenti. Le restanti cercano in tutti i modi di battere cassa a fine mese anche e soprattutto grazie ad eventi ed intrattenimenti musicali che consentono ai giovani di trascorrere delle serate diverse senza doversi per forza spostare nelle città limitrofe».
Alberto/Ritrovo: «Se i locali pensano di raggiungere il massimo del loro indotto solo nelle attività ricreative, perdono in partenza. Ci sono diversi rami che vanno sviluppati e tutti in modo giusto e professionale. I locali devono rispettare le regole, essere professionali. Non ci si può appigliare sempre all’errore o alla negligenza altrui per giustificare la propria».
Cosimoskinner Dj: «Ad Eboli, è difficile avere spazi pubblici per soddisfare esigenze culturali e sociali. Per questo le amministrazioni comunali dovrebbero sostenere i privati che portano avanti iniziative che coinvolgono varie fasce di popolazione e che hanno una duplice funzione: da un lato, infatti, creano l’evento e, con esso, l’opportunità di socializzazione; dall’altro, con gli introiti, possono sostenere i costi legati alla struttura e migliorare l’offerta artistica».
Durante i mesi estivi non ci sono stati molti controlli sulla questione decibel. Da qualche settimana, invece, il comune ha approvato un nuovo regolamento che li limita e mette ordine nelle concessioni. In che modo cambia la situazione dei gestori? Meglio ora o meglio prima?
Volume: «A nostro avviso determinati punti del nuovo regolamento risultano troppo restrittivi e limitanti. Il rispetto delle regole viene al primo posto e riteniamo giusti i controlli per le concessioni e i relativi pagamenti, ma altrettanto importante è trovare un punto di incontro per far sì che le attività lavorino serenamente».
Alberto/ritrovo: «Meglio tardi che mai. Penso che queste norme debbano essere però complete affinché siano chiare e non vi siano dubbi nell’applicazione, originati da libere interpretazioni. O si intraprende la strada della fermezza oppure, si va avanti con una mano sempre più’ morbida. In mezzo non si può stare».
Cosimoskinner Dj: «L’anarchia non fa bene a nessuno. Far coincidere i controlli ai locali con la stretta sulla sicurezza ha creato qualche equivoco e fa storcere un po’ il naso. Sembrava quasi voler far passare il messaggio che la movida portasse inevitabilmente insicurezza. E’ il contrario. I gestori devono avere le carte in regola e favorire una sana movida. Allo stesso tempo, l’amministrazione dovrebbe favorire e sostenere queste attività: musica è arte; l’arte è cultura».
Alla luce del nuovo regolamento quali sono i suggerimenti che vorreste dare all’amministrazione, in qualità di gestori, per trovare un punto di equilibrio tra le parti?
Volume: «Il punto di equilibrio per noi sta nel mezzo. I titolari delle attività sicuramente devono stare in regola con i permessi, rispettare gli orari prestabiliti, ripulire gli spazi antistanti i locali e cercare di mantenere un livello di sicurezza alto, affidandosi anche ad agenzie di sorveglianza private. Per tutto il resto poi basta solo un po’ di buon senso».
Alberto/Ritrovo: «Un’amministrazione deve, da una parte, tutelare i cittadini sia per quel che riguarda gli schiamazzi notturni e che per la sicurezza, con un regolamento chiaro; dall’altro, deve fare proposte di qualità nell’ambito delle politiche culturali e giovanili. I gestori dei locali, in questa città, si arrangiano come possono per creare. Se tutto funzionasse, i locali incasserebbero di più e per tutta la settimana, senza dover ricorrere al “tutto in una sera”. Aggiungo che, oltre ad un regolamento sulla gestione dei locali, un’amministrazione debba agire anche sul decoro della città. Non si possono organizzare eventi, ospitare letterati e poeti con sporcizia ed erbacce dappertutto. Non ci sono aree pedonali in zone di pregio storico e architettonico. Macchine ovunque e degrado totale».
Cosimoskinner Dj: «Vitale è per i gestori e noi dj inventare attrattive. Il veicolo più immediato è la musica, ma serve anche altro: teatro, presentazione di libri, cineforum che purtroppo arrancano».
L’attenzione è altissima sul tema sicurezza. La movida con locali colmi di ragazzi può costituire un altro problema per la gestione della sicurezza oppure avere ragazzi anche a ora tarda può, al contrario, favorire un clima socievole e di scambio socio-culturale? Ovvero una luce in più accesa può essere un mezzo per contrastare la microcriminalità?
Volume: «Gli attuali fatti di cronaca hanno dimostrato che non sono certo i locali o gli eventi di intrattenimento a creare problemi di sicurezza , anzi. Con il buon senso si possono creare spazi di aggregazione favorendo la socialità in parte persa soprattutto dopo il brutto periodo della pandemia, quando i giovani e non solo sono stati costretti ad interrompere i rapporti sociali. E allora sì, una luce in più potrebbe aiutare».
Alberto/ritrovo: «Sicuramente i locali possono essere dei presidi naturali alla sicurezza. Però, questo non può essere un alibi per fare quello che si vuole. Ripeto, le attività che puntano tutto sulla movida avranno sempre delle difficoltà. Bisogna saper rispettare le regole e differenziare».
Cosimoskinner Dj: «Una città che vive di musica e cultura è di certo una città più sicura che non conosce l’abbandono. E’ arrivata l’ora di studiare norme per favorire una movida che faccia da spalla alla sicurezza urbana».
Le conclusioni
Queste sono le voci che ringraziamo e vogliamo ascoltare. Voci di apertura e di critica costruttiva per una Eboli che non deve impostare la retromarcia.
L’idea degli intervistati è condivisibile, un po’ meno lo è la regola dei decibel imposti per delibera. Cinquanta decibel sono pochi. Nemmeno in un contesto familiare si possono rispettare (vedi tabella). Allo stesso modo non si comprende perché mai gli eventi debbano essere organizzati con una turnazione di sette giorni.
Se però alla politica dell’ascolto, ormai persa, si unisce quella dell’unione, Eboli potrà ritornare ad essere quel famoso, ormai lontano, laboratorio culturale e sociale, che un tempo fu. Solo così si potranno ottenere risultati economici soddisfacenti per i gestori locali, primi a pagare la crisi, ma anche primi a contribuire alla sicurezza. Al rumore delle saracinesche abbassate preferiamo il suono della musica che parte e va.