Ricorre quest’anno l’80esimo anniversario del più grande disastro ferroviario italiano, quello di Balvano, che costò la vita a quasi seicento persone. Era il 1944 e il treno 8017 percorreva la strada ferrata carico di varia umanità in fuga, per la maggioranza, dalla fame e dalla povertà di quegli anni in cui l’Italia pur se ufficialmente liberata, era ancora devastata dai tedeschi in fuga. Quel treno si fermò in galleria, forse per una manovra sbagliata, forse per un guasto, e a nulla valsero tutti gli sforzi per farlo uscire dal tunnel che era in salita. Così, lentamente e atrocemente, il monossido di carbonio avvelenò quasi tutti coloro che erano a bordo. Compreso il giovane capotreno, Gaetano Sgroia, ebolitano, che allora era poco più che trentenne. Gaetano non tornò mai più da sua moglie e dai suoi figli, il più grande dei quali aveva allora solo 8 anni.
Finora la strage di Balvano, accaduta in tempo di guerra, è stata poche volte celebrata e mai ad Eboli.
Ieri sera, quindi, il Sindaco Mario Conte, il vicesindaco Gianmaria Sgritta e l’Assessore Lucilla Polito hanno voluto donare alla famiglia Sgroia e al nipote Luca, il quadro realizzato in occasione dell’80esimo anniversario celebrato dal sindaco di Balvano Ezio Di Carlo, e una targa ricordo voluta dal Comune di Eboli.